Pedagogia: LA REAZIONE ANTIPOSITIVISTA

CONTRO L'ATTIVISMO

Nel corso del Novecento vi fu anche una forte reazione antipositivista, con una critica nei confronti delle tendenze attivistiche, giudicate come manifestazione del naturalismo ottocentesco.

Questa reazione seguì tre direttive:

  • in chiave filosofica, ispirate all'ideale umanistico inteso come espressione di libertà finalizzata al ''superamento di se''. Con questi principi si ha un valore tedesco, del neo-idealismo italiano e il personalismo.

  • Politica, perseguito dal movimento socialista e comunista di creare l'uomo nuovo, teorizzato da Mar
    x ed Engels, tramite l'unione di finalità politiche ed esperienze educative che vadano oltre l'individuo e con lo scopo di creare una società migliore.

  • Psicoanalitica freudiana, che si sono occupati di questioni educative e si sono impegnati nella ricerca dell'autorità e libertà.

La psicologia in questo periodo non era ritenuta sufficiente a garantire il senso dell'educazione.


GIOVANNI GENTILE

Egli è l'esponente più significativo della reazione antipositivista che si verificò in Italia dei primi due decenni del Novecento.

Gentile divenne un docente in filosofia e nel corso del tuo insegnamento ha scritto varie opere, tra cui 'La filosofia di Marx' e 'L'insegnamento della filosofia ne' licei'.

La carriera accademica non ha portato solo all'interesse della filosofia, ma anche di cultura generale, con l'intesa collaborazione della rivista ''La Critica'' fondata da Croce.

Nel 1922 egli fu chiamato a ricoprire l'incarico di ministro della Pubblica Istruzione. Dopo ciò divenne un esponente del fascismo, che egli interpretava come il compimento del Risorgimento nazionale.

Dopo aver pubblicato varie opere Gentile morì nel 1944 in un attentato dei partigiani.

Le sue opere pedagogiche avevano una militanza politica, in quanto interessato a formare un italiano ancora evanescente.

Ne 'Il concetto scientifico della pedagogia'' Gentile delinea la natura della pedagogia con una tesi alla quale resterà in seguito fedele. Egli critica sia la pedagogia come scienza sperimentale sia come un esercizio fondato sui dati della filosofia etica e della psicologia.

Questi concetti furono ripresi e approfonditi nelle opere successive: egli espone la sua idea di scuola e di didattica: la prima è il luogo dove si compiono processi di crescita spirituale e la seconda è descritta come una continua costruzione personale dell'apprendimento e del sapere. 
L'obiettivo di questo trattato è definire il processo educativo autentico come fusione spirituale tra maestro e discepolo.

La pedagogia di Gentile è in opposizione alle pedagogie scientifiche, fondati su dati biologici e sull'analisi psicologica e sociologica dell'essere umano.
La sua idea di educazione e la sua filosofia sono basati su un superamento del dualismo realtà-spirito e sulla sua soluzione nell'atto puro, ovvero assoluta attività pensante.

Egli distingue poi il maestro ''empirico'' da ''speculativo': il vero maestro è l'ultimo che ho citato in quanto, se capace di entrare in sintonia spirituale con i discepoli, li rende liberi e capaci di ragionare autonomamente.

Gentile poi fa un'analisi distinte tra le nozioni di concetto e di pseudoconcetto ce nega il valore della scienza se separata dalla riflessione filosofica.



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