Sociologia:LA SOCIETA' MULTICULTURALE

 Le differenze culturali 

Nella seconda metà del 900 vi furono problemi di integrazione degli immigrati, in questo caso di fede musulmana, nei Paesi europei. 
L'episodio avvenne in Francia, dove 3 studentesse, di nazionalità islamica, si presentarono in classe con il capo coperto da velo, ovvero hijab. 
Questo portò l'espulsione delle 3 ragazze dopo che si rifiutarono di toglierlo durante le attività scolastiche. 
Dopo questo avvenimento, seguirono anche altre studentesse della stessa religione facendo lo stesso gesto, con lo scopo di reclamare il diritto di poter esprimere liberamente la propria identità religiosa. 
Il gesto svolto dalle alunne islamiche portarono alla protesta di compagni e insegnanti dicendo che era un'ostentazione troppo vistosa di un simbolo religioso in un luogo laico, e una forma esplicita di proselitismo. 

Un'altro esempio può riguardare la poligamia,
lecita nei Paesi musulmani. In Italia, è ammessa solo la monogamia, e la bigamia costituisce un reato. 

Questi aspetti problematici, ossia del hijab e della poligamia si concretizzano solo quando queste pratiche emigrano dai contesti originari e si inseriscono in culture differenti. 

La globalizzazione e l'incontro tra culture

Le differenze culturali sono sempre esistite, ma era proprio la lontananza che impediva di creare dei conflitti sociali. 
Uno degli effetti della globalizzazione è un imponente flusso migratorio di Paesi sotto sviluppati o in via di sviluppo ai Paesi del mondo occidentale industrializzato, in particolare l'America latina, Africa, Europa orientale e alcuni Paesi asiatici. 
Queste migrazioni provocano un rimescolamento di culture. 
Però vi è un problema sociale rilevante, ovvero la conciliazione delle differenze culturali dentro uno stesso territorio per impedire che esse producano situazioni di conflitto per via della loro cultura e/o religione. 

Così si vengono a creare delle società multiculturali. Gli Stati occidentali hanno il compito di garantire e valorizzare questa multiculturalità. 
Un'altra alternativa a questo flusso migratorio è l'assimilazione degli immigrati nella cultura di accoglienza. 

La differenza come valore 

Il dibattito sulle differenze culturali nasce negli anni Settanta in Nordamerica grazie a dei movimenti sociali, come donne, ispanici, omosessuali, afroamericani, che iniziarono a denunciare le oppressioni passate e a chiedere trattamenti più equi. 
In questa prima fase si concentrarono sulla richiesta di maggiore inclusione sociale e di piena cittadinanza sulla base del principio dell'uguaglianza di tutto il genere umano. 

In seguito le organizzazioni più radicali cominciarono a mettere in discussione gli ideali egualitari posti alla base del modello politico, sostenendo che l'uguaglianza di cui parlano gli occidentali sono l'estensione a tutti del loro modello di vita e di società. 

La democrazia liberale stabilisce per la legge che tutti i cittadini devono godere dei medesimi diritti e doveri, indipendentemente dalla classe, dal sesso, dalla ricchezza o dal colore della pelle. 
Però ciò porta solo un vantaggio per le èlite dominanti, che hanno più facile accesso alle carriere scolastiche e alle posizioni politiche. 

La società prende più in considerazione l'ingiusta pretesa di assimilazione, invece che sul principio di uguaglianza e con ciò si raggiunge la consapevolezza che le caratteristiche dell'etnia dei diversi gruppi devono essere riconosciute e valorizzate, con lo scopo di non far provare vergogna. 

Il multiculturalismo e la politica delle differenze 

Negli Stati Uniti vi è la consapevolezza che il famoso melting pot è irrealizzabile, ovvero perde l'idea che la coesistenza pacifica di etnie e popoli diversi in uno stesso territorio possa portare una società amalgamata, senza avere più differenza e ostilità al proprio interno. 

L'Europa, d'altro canto, riprende la questione delle minoranze nazionali. In molti Stati europei vi sono gruppi linguistici diversi, ma essi non si sono integrati completamente. 

Il termine multiculturalismo indica un modello di convivenza interetnica e interculturale fondato sulla valorizzazione delle differenze. 
Il suo fondamento è la convinzione che a tutte le culture debba essere riconosciuto uguale valore. 


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